Blog dedicato alla traduzione di testi in musica: versioni ritmiche, traduzioni cantabili e adattamenti musicali...
(Le versioni qui presenti sono liberamente utilizzabili con la sola richiesta di citarne la fonte...)
Lo so: ogni tanto ricevo messaggi di persone che inciampano in questo blog, o di qualcuno che mi seguiva e che mi chiede che fine abbia fatto questo blog.
È passato molto tempo dall’ultima volta che ho pubblicato: non scrivo più canzoni da anni, e il sito è rimasto un po’ abbandonato, tanto che ormai appare raramente nei risultati dei motori di ricerc
Quando ho aperto questo spazio avevo meno di vent’anni. Internet era una prateria selvaggia, senza SEO, senza social e senza algoritmi. Bastavano un po’ di fortuna e di sfrontatezza – qualità che a me non sono mai comunque appartenute – per farsi notare, ma oggi il mondo è radicalmente cambiato, e tutto è diventato molto piú difficile, specialmente per chi non è abituato a rubare la scena.
Poi, come succede, la vita è andata avanti. Oggi mi occupo di tutt’altro: lavoro nel campo dell’informatica, in un ufficio dove la creatività serve poco. Ma chi è creativo sa che non si smette mai davvero di creare. Così, di tanto in tanto, continuo a scrivere testi che restano nel cassetto.
La mia passione per la traduzione musicale
Per anni questo blog ha raccontato il mio interesse per la traduzione e adattamento di testi musicali – una disciplina che ho scoperto chiamarsi transcreazione. È una delle branche più complesse della traduzione, perché bisogna rispettare senso, ritmo, suono e metrica. Ogni testo mi costava tempo, fatica e notti insonni: tra perfezionismo e sindrome dell’impostore, ogni parola era una piccola battaglia.
Dal momento che ho questo blog, e che e' sempre stata una vetrina per i miei "lavori" ho deciso di iniziare a allargare lo spazio del blog e di condividerci anche qualcosa di inedito e personale. Non avrebbe senso creare un altro spazio per contenere quelle poche cose degne di nota che - ormai - posso aver scritto durante l'anno.
Qualche mese fa, il direttore del coro con cui ho cantato per oltre quindici anni mi propose di scrivere una canzone estiva dal tono malinconico, da affiancare a classici come E la chiamano estate o La garota de Ipanema, per poter fare un concerto con materiale originale. Io non sono esperto di “canzonette”, quindi ho iniziato con un sonetto, che poi ho "rigirato" e riarrangiato per sembrare una canzone (del progetto non ho saputo piú nulla, ma mi resta il sonetto). Poi, come spesso accade, la scrittura ha preso il sopravvento: ho sentito il bisogno di continuare e ho composto una seconda parte: più sperimentale, ossessiva, ricca di allitterazioni e giochi metrici, tra classico e moderno. In seguito ho avuto di l'idea di aggiungere le didascalie con i tempi musicali come se fosse una sinfonia a due movimenti. .
Il risultato è un dittico poetico, che oggi pubblico qui. Forse non è in linea con la sensibilità contemporanea – l'ho proposto a qualche concorso e non ha avuto gran fortuna; ma per me resta comunque un testo vivo, personale e autentico.
Dittico Marino
I. "L'ultima onda"
Andante elegiaco
Nel dorato crepuscolo d'estate
cammino sulla spiaggia a passo lento.
Tra dune solitarie cesellate
dal soffio infaticabile del vento,
l'eco mi giunge dolce di risate
ora sopite dentro al cuore spento,
di promesse sul lido sussurrate
e carezze sfumate in un momento.
Così vagando, con lo sguardo assorto
mentre rincorro dei ricordi il filo,
raggiungo là dove si spegne il mare.
E nel tramonto d'un Settembre smorto,
l'ultima onda traccia il tuo profilo
e lo dissolve tra le spume amare...
II. "Sale amaro"
Vivace Impetuoso
...e tra le spume, col vento che geme,
sfugge il tuo volto in un’ombra fugace.
L’onda s’inarca, rimbomba, poi freme,
poi si ritira, gorgoglia, poi tace.
Sorge la luna, le grido il tuo nome,
ma ecco che il mare lo strappa e lo sbrana;
resta un sospiro fuggevole come
l’eco sommessa d’un’ode lontana.
Sapore salmastro stride sui denti:
ricordo dei baci scabri di rena.
Saperci lontani accresce i tormenti,
Pensarci vicini aggrava la pena.
L’anima rugge, il mare s’arrabbia,
cresce col vento la furia congiunta;
come un gabbiano che rantola in gabbia
stride, si storce, strattona e s'impunta.
Esausta poi l'ira si muta in sgomento,
si sbriciola in schegge, all'aria si perde,
ne inghiotte la notte il triste lamento;
il vento si posa, placa, disperde.
L'eco svanisce, si spegne stremata,
e il mare sussurra sillabe mute.
Resta soltanto la luna gelata
spia di parole per sempre perdute.
Resta dell'acqua una scia sulla terra,
sparsa di ciottoli dal maestrale;
svanito ogni grido, placa ogni guerra,
resta un ricordo più amaro del sale.
Non si tratta di una canzone ma mi era stato chiesto, mi è piaciuta (anche per il fatto che fosse breve) e mi ci sono cimentato.
Mi sono permesso di non usare lo stesso metro dell'originale e di farla in endecasillabi, perché credo rendano meglio:
All that is gold does not glitter
All that is gold does not glitter, Not all those who wander are lost; The old that is strong does not wither, Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes, a fire shall be woken, A light from the shadows shall spring; Renewed shall be blade that was broken, The crownless again shall be king.
Non tutto l'oro al sol sempre scintilla, e chi vagando va non sempre e' perso. L'antico se e' possente non vacilla, e sfugge al gelo il bulbo ben sommerso.
Fiamma verrá, da cenere destata,
luce dall'ombra a rischiarar la via,
la spada infranta tornerà temprata,
e il re senza corona in signoria
Ne ho scritta anche una versione che aderisse piú letteralmente al testo, ma che a me non piace. La metto qui ugualmente, quale preferite?
Che ci crediamo o no, le canzoni italiane sono molto apprezzate all'estero.
Non c'e' viaggio all'estero in cui non mi imbatta per caso in qualche brano italiano riproposto (e - dati i miei gusti musicali "datati", chissa' quanti altri me ne sfuggono).
Anni fa, durante un mio viaggio a Taiwan scoprii per caso che la radio passava costantemente una versione de “Il Mondo” cantata da un tale italo-austriaco Patrizio Buanne che i locali credevano famosissimo da noi, ma di cui quasi nessuno aveva sentito parlare.
Oppure quella volta in cui stavo su un bus per l'aeroporto e la radio passava non so quale canzone di Zucchero, e solo dopo mi resi conto che la cosa era insolita perche' stavo a Berlino e non in Italia.
In Spagna e Sudamerica, Eros Ramazzotti Raffaella Carra' e Laura Pausini stanno in ogni dove, tanto che una volta, un amico spagnolo, sentendo “ma che bello far l’amore da Trieste in giu’ ” si sorprendeva del fatto avessero fatto una versione italiana de “"para hacer bien el amor hay que venir al sur" (quando era piuttosto il contrario).
Dal momento che il blog si occupa di traduzioni/adattamenti musicali - anche se perlopiu' mie -, potrebbe essere interessante trattare anche qualche curiosita' legata alla musica leggera in genere, non necessariamente limitandosi alla commedia musicale (piu' che per fare un'analisi del testo dal punto di vista metrico, per notare come un'identica "ossatura" musicale venga "vestita" in maniera diversa da autori diversi in lingue diverse).
A questo proposito vi voglio presentare un cantante poco conosciuto da noi, famosissimo in patria (Paesi Bassi), di cui manco io conoscevo l’esistenza fino a pochi mesi fa - cioe' finche' non ho raggiunto un livello decente d'olandese: Marco Borsato.
Padre italiano e madre olandese - leggo da wikipedia -, visse diversi anni in italia dove gestiva col padre un ristorante sul Garda, poi decise di tornare nei Paesi Bassi per tentare la fortuna come cantante. Inizio’ cantando canzoni italiane, ma senza sfondare; poi inizio’ a cantare canzoni italiane tradotte in olandese, e li’ il successo divenne tanto travolgente che oggi riempie gli stadii (chiunque studi la lingua avra' avuto l'occasione di ascoltare una canzone sua o di Andre Hazes (padre) - che pure ha "importato" diversi brani nostri - durante una lezione).
In generale i risultati di queste versioni sono buoni, per quanto si distaccano totalmente dall’originale, hanno un testo che non mi dispiace. Per questo articolo ho scelto la versione olandese di Margherita di Riccardo Cocciante (nella traduzione ho cercato d'essere abbastanza letterale).
Una delle ragioni per cui ho scelto Margherita e' che questa e' quarta lingua in cui la canzone viene tradotta: Il brano in italiano - scritto da Marco Luberti - fu cantato da Cocciante anche in francese, e - successivamente - spagnolo. Le tre versioni iniziali incise da Cocciante hanno lo stesso significato generale: mentre la versione Italiana e francese presentano alcune differenze stilistiche, quella spagnola e' la versione italiana presa verso a verso e ritoccata "quel tanto che basta per adattarsi alla lingua" (ma questo meriterebbe un articolo a parte).
[nel finale le due non coincidono, questa ripete una strofa precedente]
.
.
.
Raccogliamo tutti i fiori,
Het is net of iemand anders
È come se un'altra persona
che può darci primavera
In jouw lichaam is gekropen
Fosse strisciata nel tuo corpo
Costruiamole una culla,
En ik heb niet eens gemerkt
E io non ho nemmeno notato
per amarci quando è sera
Dat die naar binnen is geslopen
Che si è insinuata dentro di te
Poi saliamo su nel cielo,
Om jouw liefde uit te wissen
Per cancellare il tuo amore
e prendiamole una stella
En m'n wereld te vernielen
E distruggere il mio mondo.
Perché Margherita è buona,
Wil er niemand me vertellen
[Per favore] che qualcuno mi dica
perché Margherita è bella
Dat ik alles heb gedroomd
Che ho sognato tutto.
Perché Margherita è dolce,
perché Margherita è vera
Perché Margherita ama,
e lo fa una notte intera
Perché Margherita è un sogno,
perché Margherita è il sale
Perché Margherita è il vento
e non sa che può far male
Perché Margherita è tutto,
ed è lei la mia pazzia
Margherita, Margherita
Margherita, adesso è mia
Margherita è mia
.
.
.
{1} malen - e' macinare con la mola
{2} vragend - letteralmente, interrogativi
E' interessante notare che - nonostante il titolo - qui Margherita non viene nominata nemmeno una volta (infatti alcune fonti riportano come titolo"il castello/la casa di carte".
A differenza del testo italiano (che tra tutte le versioni e' - ammetto - quello che mi piace meno) e' un'elegia d'amore un po' esagerata e "impressionista" , quello olandese racconta del momento esatto in cui il rapporto di coppia si rompe, situazione in cui molti di noi probabilmente si sono ritrovati - sara' pure banale, ma trovo molto calzante la descrizione che ne viene fatta.
Ci troviamo davanti alla descrizione dell'ultimo litigio prima della separazione definitiva, in cui uno sta li' imbambolato "con gli occhi che guardano increduli", mentre sentono l'altra persona - quasi come "una voce in lontananza" - che passa in rassegna uno ad uno "i piccoli malintesi" e "le grandi disillusioni" - con una voce di una "rabbia contenuta" "dai suoni freddi" che sembra "scivolare sulle frasi", mentre dice che "vuole rinunciare a tutto e portarsi tutto via con se'", mentre tu d'improvviso ti rendi conto che tutto cio' in cui credevi non era che un castello di carte, che ora viene giu' tutto insieme.
Comparando i due testi, la versione olandese mi sembra piu' coinvolgente, non so, e' un parere personale.
Pubblico questa che avevo scritto una decina d'anni fa, ma che era rimasta in un cassetto (virtuale) perché non riuscivo a trovare una prima strofa che non suonasse proprio tenuta su' con gli stuzzicadenti, alla fine sono riuscito a pensarci qualcosa; niente di memorabile, ma regge.