domenica 26 marzo 2023

J. R. R. Tolkien - All that is gold does not glitter (Versione italiana in metrica)

Non si tratta di una canzone ma mi era stato chiesto, mi è piaciuta (anche per il fatto che fosse breve) e  mi ci sono cimentato.

Mi sono permesso di non usare lo stesso metro dell'originale e di farla in endecasillabi, perché credo rendano meglio:




All that is gold does not glitter

All that is gold does not glitter
All that is gold does not glitter,
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.

From the ashes, a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king.
Non tutto l'oro al sol sempre scintilla,
e chi vagando va non sempre e' perso.
L'antico se e' possente non vacilla,
e sfugge al gelo il bulbo ben sommerso.

Quando una fiamma da
cinigia[1] nata
potrà dall'ombra partorire luce,
la spada franta sorga rinnovata,
e il re senza corona torni duce.
[1] cenere



Ne ho scritta anche una versione che aderisse piú letteralmente al testo, ma che a me non piace. La metto qui ugualmente, quale preferite?

Non tutto l'oro al sol sempre scintilla,
Non sempre perso è chi vagabonda;
il vecchio se e' possente non vacilla,
Né gela mai radice ben profonda.

Quando verrá, tra cenere destata,
fiamma dall'ombra a partorire luce,
la lama rotta torni rinnovata,
e il re senza corona torni duce.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

A me piace questa tu versione:

Non tutto l'oro al sol sempre scintilla,
Non sempre perso è chi vagabonda;
il vecchio se e' possente non vacilla,
Né gela mai radice ben profonda.

Quando verrá, tra cenere destata,
fiamma dall'ombra a partorire luce,
la lama rotta torni rinnovata,
e il re senza corona torni duce.

Si può forse migliorare così:

Non sempre quel ch'è oro poi scintilla,
Non sempre perso è chi errabonda;
Il veglio quand’è possente non vacilla,
Né gela mai ogne radice ben profonda.

Dalle ceneri una fiamma sarà risvegliata,
Un lume dall'ombra sprizzerà;
La lama troncata verrà rinovellata,
Lo scoronato di nuovo Rege sarà.

Note dei termini scelti:

* Errabondo agg. [dal lat. errabundus, der. di errare «vagare»], letter. – Errante, vagabondo: per le selve giacciono l’e. fiere (Bembo).
*Veglio sinonimo di vecchio
* Ogne: variante arcaica di ogni
*Troncato: spezzato
* Rinnovellare (ant. rinovellare) v. tr. [dal lat. tardo renovellare (der. di novellus, dim. di novus: v. novello), raccostato a innovare, rinnovare] (io rinnovèllo, ecc.), letter. – Lo stesso che rinnovare, nel senso di rimettere a nuovo, ravvivare, rinverdire; più spesso in quello di fare, dire di nuovo, ripetere: tu vuo’ ch’io rinovelli Disperato dolor che ’l cor mi preme (Dante). Nell’intr. pron., rinnovarsi, ricominciare daccapo: Chi è giovane e bella Deh non sie punto acerba, Ché non si rinnovella L’età come fa l’erba (Poliziano); negli uomini si rinnovellò quel fastidio delle cose loro che gli aveva travagliati avanti il diluvio (Leopardi).
*Scoronato dal Grande Dizionario della lingua italiana: Scoronato (part. pass, di scoronare 1), agg. Priva­to della corona o del copricapo che è simbolo del potere politico o spirituale; detronizzato.
* Re: variante arcaica e poetica di Re.

Allora che ne pensi?

Valen ha detto...

Complimenti, belle versioni! Anche io avevo provato a tradurre questo brano, se vuoi dargli una letta...

Non tutto quel ch’è oro riluce,
Non ogni errante si smarrisce;
La forza del vecchio non si riduce,
Le radici profonde il gelo non lambisce.

Dalle braci una fiamma sarà ridestata,
Una luce dall’ombre si sprigionerà;
Restaurata sarà la lama che fu spezzata,
Quei ch’è senza corona re ritornerà.

BaRoNo ha detto...

Penso che ci sia qualcosa da rivedere, specialmente se si vuol rispettare in metrica regolare (lo stile e' soggettivo, ma la metrica e' matematica):

Non sempre quel ch'è oro poi scintilla,
Questo anche cosí va bene...

Non sempre perso è chi errabonda;
Se si vuol leggere questo verso come endecasillabo si e' costretti a fare una dialefe tra chi^errabonda (perché "mancherebbe" altrimenti una sillaba) che mi risulta innaturale (comunque puó anche essere una precisa scelta stilistica, nulla di male).
....ad esempio, giá se scrivi "Non sempre perso è chi va errabondo" {Non sempre perso è chi værrabondo} scorre diversamente.

Il veglio quand’è possente non vacilla,
Questo verso messo cosí diventa di 12...

Né gela mai ogne radice ben profonda.
...questo verso ha 13 sillabe (o 12, a volerlo "strizzare")..

Dalle ceneri una fiamma sarà risvegliata,
...questo verso di sillabe (anche strizzato) ne ha 19...

Un lume dall'ombra sprizzerà;
questo verso ha 9 sillabe (e poiché termina con una tronca equivale a un decasillabo)

La lama troncata verrà rinovellata,
Questo di sillabe ne ha 12, se conto bene...

Lo scoronato di nuovo Rege sarà.
(questo verso ha 12 sillabe, ma essendo tronco, equivale a un tridecasillabo).

Se riesci a mettere in "riga" tutti i versi, anche la tua può andare...

BaRoNo ha detto...

@Valen
Si, ma io preferisco usare una metrica regolare, in modo da far "suonare" il testo meglio.
Per esempio se prendiamo i versi sopra e li adattiamo a - per esempio - un decasillabo con accentazione regolare (lo so, traballa, ma è giusto per far notare la differenza), si sente che suona giá diversamente:

Quel che e' oro non tutto riluce
né ogni errante che va si smarrisce.
né del vecchio la forza riduce;
barbe fonde non gelo lambisce.

Verrá fiamma da brace destata
ch'una luce dall'ombra sprigiona.
Restaurata la lama spezzata,
Torna al regno il re senza corona.

Anonimo ha detto...

Complimenti BaRoNo, è molto bella seconda versione!
Davvero ottima anche la prima ma preferisco la seconda.
Lei che ne pensa della versione tradotta da Riccardo Riccobello e pubblicata sul suo canale YouTube.

È stata tradotta così:

L'oro non è sempre lucente,
Non è sempre perduto chi era;
Non langue il vegliardo possente,
Non gelano i ceppi giù in terra.

Dalle ceneri fiamma è destata,
Dall'ombra un baglior si sprigiona;
Rinasce la lama spezzata,
Di nuovo è Re il senza corona.

P.s. Ecco il video di YouTube della versione di Riccardo Riccobello:

https://youtu.be/EO5ziQ4Ltxs

Atlas ha detto...

Salve BaRoNo,
Ti mostro anch'io la mia versione della poesia di Aragorn che feci tempo fa, voglio un tuo parere:

Non tutto quel ch’è oro sfolgora,
Non si smarriscono tutti gli errabondi;
Il vecchio ch’è forte non si logora,
E le radici non gelano nei recessi più fondi.

Dalle ceneri una fiamma sarà risvegliata,
Una luce dall’ombre si sprigiona;
Rinnovata sarà la lama che fu spezzata,
Ritornerà re ch’è senza corona.

In generale mi sembra un buon tentativo (a mio avviso).
E optato per l’assonanza (a mio avviso soddisfacente dal punto di vista sonoro) “sfolgora”/”logora”.

Che ne pensa?

Dario Sacco ha detto...

Il lavoro che hai svolto è semplicemente eccezionale per questo testo di poesia del Professore Tolkien. Farai altri testi delle canzoni e poesie del Professore Tolkien in futuro, Signor BaRoNo?

Sergio Moretti ha detto...

Fantastici Adattamenti All that is gold does not glitter, BaRoNo.
Farai anche la poesia dell'anello?

Claudio Bronte ha detto...

Complimenti, belle versioni! Pure io ho tradotto questo brano e altri testi di Tolkien, se vuoi dargli una letta...

Non tutto è luccicante quel ch’è or,
Né tutti son perduti quei che erran;
Non appassisce il prisco che ha vigor,
Né le gelate le radici fonde piagan.

Dalle ceneri una fiamma rinascerà,
Dall’ombre un lume si sprigiona;
La lama rotta riforgiata verrà,
Sarà re chi fu privo di corona.

Oppure cosi:

Ogni splendor che vedi non è luce,
Non si smarriscon tutti gli errabondi;
Il vecchio che è forte non induce,
I ceppi non gelan nei recessi più fondi.

Dalle ceneri la fiamma sarà risvegliata,
Una luce dall'ombra spunterà;
Rinnovata sarà la lama che fu spezzata,
Il senza corona di nuovo re sarà.

*Questa è la variante Non è tutto oro quel che luccica, a volte riportata in varie forme come Non tutto quel che luccica è oro o non è tutt’oro quel che riluce ecc. Questa variante la trovai su Google libri nel libro “Inganni, falsità e verità proverbi latini illustrati da Atto Vannucci” pag. 74

Allor lei che ne pensa BaRoNo?

BaRoNo ha detto...


(non datemi del Lei plz :-P ) Se devo essere sincero non mi aspettavo tutte queste reazioni, sono almeno 10 anni che nessuno commenta piú, il blog e praticamente sparito dalle ricerche di google e META pensa che sia spam e non lo lascia condividere. Avessi saputo che due quartine mi portavano tanta attenzione mi ci sarei impegnato di piú :-D
Mi sono perso qualcosa?

Se ne faró altre? se interessa ci posso provare, ma confesso che non conosco molto dell'opera di Tolkien, e senza sapere bene il contesto non e' facile tradurre bene.

Rispondo:
Riguardo alla versione di Riccardo Riccobello, mi piace. Anche perché - se non mi sbaglio - riprende la metrica originale.
Per quanto riguarda tutte le altre versioni, mi convincono un po' tutte, anzi, mi piacciono alcune delle soluzioni e rime che sono state trovate a cui io non avevo pensato.

@atlas
Le rime sdrucciole in italiano - almeno dall'ottocento - sono tradizionalmente usate come se facessero rima tra di loro: "Ei fu siccome IMMOBILE / dato il mortal sospiro / stette la spoglia IMMEMORE / orba di tanto spiro.."

Se possibile io cerco di evitare le rime grammaticali, specialmente in concomitanza coi versi tronchi (sorgerá, fará) perché non mi suonano bene (ma a volte non c'e' alternativa).

In genere, per gusto personale preferisco o le versioni ritmiche che riprendono la metrica originale, o le traduzioni in versi con un metro specifico, perché secondo me suonano meglio, e dánno quel tanto di limitazione che incoraggia la creativitá....

Atlas ha detto...

Okay grazie di avermi risposto, BaRoNo.
Se farai altre cose di Tolkien ti segnalo Il Lamento per i Rohirrim:

Where now the horse and the rider? Where is the horn that was blowing?
Where is the helm and the hauberk, and the bright hair flowing?
Where is the hand on the harpstring, and the red fire glowing?
Where is the spring and the harvest and the tall corn growing?
They have passed like rain on the mountain, like a wind in the meadow;
The days have gone down in the West behind the hills into shadow.
Who shall gather the smoke of the dead wood burning,
Or behold the flowing years from the Sea returning?

Ti faccio notare una cosa:

Where now the HORSE and the rider? Where is the HORN that was blowing?
Where is the HELM and the HAUberk, and the bright hair flowing?
Where is the HAND on the HARPstring, and the red fire glowing?
Where is the spring and the HARvest and the tall corn growing?

Questa poesia si costruisce intorno a una serie di allitterazioni, com'è tipico dell'antica poesia anglosassone (l'esempio più celebre è il poema epico "Beowulf").
A mio avviso sarebbe quantomeno ingenuo illudersi di poter trasporre il verso allitterativo nell'italiano corrente mantenendo inalterato il suo effetto, ma si può sempre sperimentare. Anzi, questo è proprio ciò che ha fatto lo stesso Tolkien (e non solo), adattandolo al Modern English – tentativo paragonabile a quello di riproporre la metrica quantitativa latina e greca nella poesia italiana, svolto per esempio da Carducci nelle sue Odi barbare.

Cito quest’ultimo esempio perché se da una parte amo l’incontro di stili ibridi, dall'altra riconosco che in traduzione è spesso (ma non sempre) più efficace tenere in considerazione la struttura della lingua di arrivo e stabilire una certa corrispondenza. Esempio banale: se un testo inglese dovesse attingere all’Old English per coniare un neologismo, una traduzione in italiano potrebbe rifarsi a radici latine (o greche).

Che ne pensi?

Luca Atridi ha detto...

Mi sono lietato tanto a leggere tutte le tue due versioni! Grazie mille – è davvero interessante vedere nuove traduzioni della poesia del Professore Tolkien (Molto bella seconda e un pò beh).
Mi limito a dei sinceri complimenti, con la speranza di ritornare a dire quale dei tuoi adattamenti musicali e no. Bravissimo e a presto.

P.s. Visto che tutti hanno messo le loro versioni della poesia del Professore Tolkien e mi cimento anch'io.
Se vuoi dargli una letta e dimmi se ti piace o no.

Non tutti gli ori son sempre brillanti,
Né tutti si smarriscono gli erranti;
Il veglio quand’è forte non languisce,
E la radice fonda il gelo non patisce.

Un fuoco dalla bragia s’è ridestato,
Dall'oscurità un lume risorgerà;
Verrà l'acciaro infranto riforgiato,
Colui senza corona di nuovo regnerà.

Meh. Non credo che mi varrà il Nobel per la letteratura causa “migliore traduzione poetica di Tolkien”.