lunedì 15 settembre 2025

Il lungo silenzio...

Lo so: ogni tanto ricevo messaggi di persone che inciampano in questo blog, o di qualcuno che mi seguiva e che mi chiede che fine abbia fatto questo blog.

È passato molto tempo dall’ultima volta che ho pubblicato: non scrivo più canzoni da anni, e il sito è rimasto un po’ abbandonato, tanto che ormai appare raramente nei risultati dei motori di ricerc

Quando ho aperto questo spazio avevo meno di vent’anni. Internet era una prateria selvaggia, senza SEO, senza social e senza algoritmi. Bastavano un po’ di fortuna e di sfrontatezza – qualità che a me non sono mai comunque appartenute – per farsi notare, ma oggi il mondo è radicalmente cambiato, e tutto è diventato molto piú difficile, specialmente per chi non è abituato a rubare la scena.

Poi, come succede, la vita è andata avanti. Oggi mi occupo di tutt’altro: lavoro nel campo dell’informatica, in un ufficio dove la creatività serve poco. Ma chi è creativo sa che non si smette mai davvero di creare. Così, di tanto in tanto, continuo a scrivere testi che restano nel cassetto.

La mia passione per la traduzione musicale

Per anni questo blog ha raccontato il mio interesse per la traduzione e adattamento di testi musicali – una disciplina che ho scoperto chiamarsi transcreazione. È una delle branche più complesse della traduzione, perché bisogna rispettare senso, ritmo, suono e metrica. Ogni testo mi costava tempo, fatica e notti insonni: tra perfezionismo e sindrome dell’impostore, ogni parola era una piccola battaglia.

Dal momento che ho questo blog, e che e' sempre stata una vetrina per i miei "lavori" ho deciso di iniziare a allargare lo spazio del blog e di condividerci anche qualcosa di inedito e personale. Non avrebbe senso creare un altro spazio per contenere quelle poche cose degne di nota che - ormai - posso aver scritto durante l'anno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

È bello ritrovare la tua voce qui, anche solo per un momento. Si percepisce la stessa sensibilità e cura di sempre, quella che traspare da ogni parola e da ogni testo che avevi condiviso anni fa. È vero: il web è cambiato, e con lui anche noi, ma resta intatta la forza di chi sa raccontarsi con autenticità.
Aprire questo spazio a qualcosa di più personale mi sembra una splendida idea — un modo per far respirare di nuovo la creatività, senza forzature e senza l’obbligo di “esserci”. Scrivere, in fondo, è sempre un dialogo con sé stessi prima ancora che con il mondo.

Bentornato: ci sono spazi che, anche nel silenzio, conservano tracce di noi e del tempo che vi abbiamo lasciato.

P.S. Perché non provi a realizzare in futuro una tua versione italiana del celebre poemetto nonsense Jabberwocky, scritto da Lewis Carroll per il suo romanzo Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò del 1871?